A cosa mi chiami, Signore, Tu che mi conosci più di quanto mi conosca io?
C’è un momento in cui la domanda della ricerca della vocazione fa capolino nel cuore, rivelando il desiderio che la vita acquisti la direzione vera e definitiva: quando questa domanda si affaccia sei certa di aver vinto la paura di chiederti chi è il Signore per te e dove ti sta conducendo, o meglio… dove ti sta attirando.
Cosa fare, anzitutto, per trovare risposta alla tua ricerca? Metterti in ascolto della Buona Notizia che Dio ha preparato per te, cioè del Vangelo, di ciò che Gesù ti dice , dei desideri di bene che fa sorgere dentro di te.
La chiamata del Signore non è mai disincarnata: prende la tua storia, entra dentro le tue ferite, consola le tue paure e suscita le tue risorse, si poggia su quello che sei e che desideri.
Intraprendere un cammino discernimento significa fare luce e verità in quel guazzabuglio che è il nostro cuore; significa dare nome a tutto ciò che si muove dentro di te e che ti fa fare le scelte di ogni giorno. La scoperta della vocazione nasce proprio qui: nelle profondità del cuore, dove tu e il Signore potete dialogare, dove Gesù ti rivela il volto del Padre che ti ama.
Questo dialogo chiede un ascolto aperto e fiducioso che non metta sotto “embargo” quanto hai vissuto e sperimentato fino ad ora. Va a toccare le piccole cose di ogni giorno e dona il gusto di un nuovo stile di vita, suggerisce un nuovo modo di guardarti e guardare ciò che ti sta attorno e ti chiede spazi di incontro personale e comunitario con Dio.
Nella giovane Chiara d’Assisi avvenne proprio così: la Parola di Gesù le ha fatto vedere nel volto dei poveri il volto del Signore e in Francesco colui che, con la parola e con l’esempio, poteva condurla a donare la sua vita in una risposta d’amore. Chiara, nel lento scorrere dei giorni, ha fissato il suo cuore, la sua memoria in Gesù incarnato, crocifisso e risorto. Ha scelto di rimanere in questa contemplazione, facendo dello spazio della clausura il luogo di un’esperienza spirituale condivisa con le sorelle.
La docilità al Vangelo muove il cuore all’accoglienza degli altri e invita a farsi carico delle attese, delle speranze, dei dolori e delle gioie di tutti, in particolare degli ultimi per parlare a Dio di tutti loro. La vocazione non è mai “per te”, ma ti colloca nella Chiesa la cui missione è servire l’uomo e la sua felicità.
Come Francesco, come Chiara, anche tu hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a decifrare i segni di Dio nella tua storia e ti accompagni nel cammino di fede e di discernimento.
Non ti serve altro che il coraggio di prendere sul serio il tuo desiderio!