Cristo è tutto per noi – di dom M.G.Lepori

Mendicare la preferenza di Cristo (dal sito dell’Ordine Cistercense)


Mi piace citare una frase acutissima di san Bernardo: “Guai a noi se ci rallegrassimo
di ciò che non è in Cristo e per Cristo. Guai a noi se offrissimo una povertà che ancora
si può vendere! – Vae nobis si exsultaverimus, nisi in Christo et pro Christo! Vae nobis,
si vendibilem obtulerimus paupertatem
!” (De diversis 21,3).
È proprio di questo che parla san Bernardo: facciamo delle scelte, dei voti,
prendiamo degli impegni che affermano che non abbiamo nulla di più caro che
Cristo, e poi andiamo a cercare, proprio attraverso quello che promettiamo, altri
valori e guadagni che Cristo stesso, che Cristo solo. Allora si giustifica l’obbedienza
dicendo che così almeno non si fanno scelte sbagliate; o si giustifica la povertà con
la filantropia; oppure la castità con la libertà di poter amare tutti, invece di doversi
concentrare su moglie e figli, come se chi si sposa amasse meno dei celibi.
Cerchiamo ai nostri impegni ragioni e valori che ultimamente sono mondani.
Facciamo fatica a avere Cristo come veramente più caro di tutto, e allora non
facciamo l’esperienza di come amare Cristo sopra ogni cosa in realtà dilata l’amore
del prossimo, l’amore dei poveri, ma anche l’amore alla moglie o al marito per chi è
sposato, ai figli, agli amici, al lavoro, o anche ai beni, pochi o tanti, che si hanno. Ci
sono miliardari che, amando Cristo, sanno trasformare in amore l’uso e lo sviluppo
delle loro grandi ricchezze, e poveri così meschini che non sanno condividere
neanche un sorriso.
Su questo non dobbiamo mai dimenticare la grande lezione che Gesù ha espresso
poco prima della sua Passione, quando Maria di Betania gli unse i piedi con una
libbra di nardo prezioso che Giuda seppe valutare immediatamente del valore di
300 denari, lui che venderà Gesù per 30 denari. Quando calcoliamo ciò che
guadagniamo a stare con Cristo, a seguirlo, perdiamo il valore infinito, incalcolabile,
che Cristo è per noi e per tutti. Maria di Betania non ha esitato un istante a sprecare
300 denari di nardo puro solo per ungere i piedi di Gesù. Come se volesse dire che
anche solo i piedi di Gesù valgono tutto quello che abbiamo, tutto il profumo che le
giovani ebree pare mettessero da parte, goccia dopo goccia, per spargerlo sul letto
nuziale il giorno delle nozze. Se questo è vero, fu come se con quel gesto Maria
scegliesse Cristo come unico sposo, e quindi facesse una sorta di professione di
verginità per essere tutta sua, tutta consacrata a Cristo.
Giuda e Maria di Betania sono messi in contrasto per farci capire che quando Cristo
non è per noi più caro di tutto, lo tradiamo, tradiamo l’unico modo per essere uniti
a Lui che è, come direbbe san Benedetto, di non preferire assolutamente nulla a
Cristo e al suo amore (cfr. RB 72,11; 4,21). Tradiamo Cristo quando non lo
preferiamo a tutto, perché tradiamo il suo valore infinito che niente e nessuno può
avere al di fuori di Lui.
Ma, certamente, dicendo questo è chiaro che tutti tradiamo sempre questa
preferenza assoluta, che cioè non ne siamo mai veramente capaci. Solo il cuore
immacolato della Vergine Maria ha potuto preferire veramente Gesù a tutto.
Per questo dobbiamo vedere nel gesto di Maria di Betania anche un gesto
penitenziale, come fu quello della peccatrice che nella casa del fariseo Simone entrò
e cominciò a bagnare i piedi di Gesù con le sue lacrime e a ungerli di olio profumato
(Lc 7,37-38). Noi non possiamo esprimere in altro modo la nostra preferenza per
Gesù senza domandare perdono per tutti i tradimenti che portiamo nel cuore.
Capiamo che Cristo è il solo che merita una preferenza assoluta, che solo Lui ha un
valore incalcolabile per noi, ma poi cadiamo sempre nella nostra meschinità, nella
ricerca dei nostri interessi, nel tornaconto del nostro orgoglio. Forse quando san
Paolo scrisse: “Tutti cercano i loro interessi, non quelli di Gesù Cristo” (Fil 2,21), lo
ha detto con la coscienza e la contrizione di far parte anche lui di questi “tutti”. La
verità della nostra preferenza di Cristo è la coscienza di essere fondamentalmente
traditori, la coscienza che san Pietro, dopo il rinnegamento, non si è più potuto
togliere di dosso.
Ma questa coscienza, che alimenta e rinnova sempre l’umiltà con cui siamo chiamati
a seguire Cristo, non deve essere deprimente, triste. Lo è se la esprimiamo
preoccupati più di noi stessi che di amare Cristo. Se la esprimiamo col desiderio di
amare Cristo, di preferirlo veramente, allora diventa una atto di mendicanza, una
preghiera profonda del nostro cuore. Tutto quello che sacrifichiamo per Gesù,
libertà, beni, legami affettivi, sono più una domanda che un dono, sono più un vuoto
che offriamo a Cristo da riempire che qualcosa che pretende di riempire Cristo,
servire a Lui che già ha tutto e può tutto. Maria di Betania ha versato tutto il nardo
sui piedi di Gesù ben sapendo che il nardo era sprecato, che non avrebbe giovato a
Gesù. Ma il vaso di nardo che svuotava su Gesù era simbolo del suo cuore che si
svuotava di ciò che è prezioso per il mondo per riempirsi della mendicanza della
sua presenza, del suo amore, della comunione con Lui. In altre parole, non
dovremmo vivere i nostri impegni con Cristo e per Cristo come un dono che
facciamo a Lui, ma come una domanda, come un’apertura al dono che Lui ci fa di se
stesso. Solo Cristo è il Dono che il Padre ci fa nello Spirito Santo.
È forse in questo senso che Gesù reagisce al commento malevolo e pieno di calcolo
di Giuda con una frase misteriosa che dovremmo sempre meditare: “Lasciala fare,
perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete
sempre con voi, ma non sempre avete me.” (Gv 12,7-8)
Il nardo che Maria ha già versato sul corpo di Gesù servirà per la sua sepoltura
proprio come gesto che chiede il dono di Cristo, che lo domanda e accoglie proprio
mentre Lui inizia fra poco a soffrire fino alla morte in Croce. Quando Gesù sarà
sepolto, allora sarà totalmente donato per la salvezza del mondo. Maria di Betania
versando il nardo accoglie già tutto il dono che Cristo fa di se stesso per salvare tutta
l’umanità.